27/03/2015
Recensioni-Teatro alla Scala
Cello Suite
Nuova co produzione Teatro alla Scala
Un semplice allestimento e un'orchestra dimezzata, erano questi i numeri a disposizione del coreografo svizzero Heinz Spoerli che creò nel 2003 Cello Suites per il corpo di ballo dell'Opera di Zurigo di cui, all'epoca, era anche direttore. Ma le restrizioni dettate dal poco budget a disposizione si sono trasformate in una grande risorsa. Oggi Cello Suites è il secondo titolo del cartellone della stagione del Teatro alla Scala andato in scena dal 5 al 19 marzo 2015. Un fondale tondo con sfumature di colore e fumi per eliminare la dimensione del teatro e accedere in quella della musica. Incarnando la parole di Balanchine – ascoltare la danza, vedere la musica – e ispirandosi all'aria Spoerli ha creato sulle Suites 2, 3 e 6 di Bach una coreografia essenziale e agile, da ascoltare in simbiosi con la musica, libera da costumi ingombranti e scenografie imponenti. Su un palco, che si trasforma in una sorta di nuvola grazie ad una grande circonferenza metallica che sprigiona fumi e luci sul fondo, si alternano assoli, passi a due, passi a tre, ensemble. Ogni blocco coreografico si distingue dagli altri dal colore diverso dei costumi (rosso, verde e blu). Nonostante l'ariosità dei movimenti, le atmosfere ricreate e la compenetrazione tra musica e movimento e tra spazio e tempo si rischia una ripetitività dei gesti e dell'azione vera e propria che, di fatto, non esiste. Spoerli, che ha spaziato dai balletti classici narrativi ai balletti astratti, è uno tra i numerosi coreografi contemporanei che si è lasciato inspirare dalle musiche di Bach – considerate musiche senza tempo, moderna allora, moderna oggi – passando dalle Variazioni Goldberg per arrivare alle Suites per violoncello. Una musica, quest'ultima, non semplice da ascoltare da una platea, come quella scaligera, abituata a spettacoli più tradizionali. Cello Suites vuole essere, infatti, un tentativo di rinnovamento per avvicinare il pubblico a nuovi suggestioni, anche se poco comprensibili a primo impatto. Questa l'idea del sovrintendente Alexander Pereira che, durante il debutto di Cello Suites, ha annunciato di voler sperimentare nuovi connubi tra musica da camera e balletto da alternare con i titoli classici di repertorio. Interpreti di questa primo “esperimento” sono stati i ballerini Nicoletta Manni, Claudio Coviello, Antonino Sutera, Mick Zeni, Vittoria Valerio, Virna Toppi, Marco Agostino, Antonina Chapkina, Denise Gazzo, Alessandra Vassallo, Timofej Andrijashenko, Nicola Del Freo, Angelo Greco, Walter Madau, Lusymay Di Stefano e Christian Fagetti, insieme al corpo di ballo del Piermarini, accompagnati dai primi violoncellisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala, Massimo Polidori e Sandro Laffranchin. Degno di nota il fatto che il Corpo di Ballo scaligero sia in ottima forma e questa co-produzione scaligera sia stata una bella aria di novita’.
Si ringrazia per la concessione delle foto Brescia-Amisano.
Salvina Elisa Cutuli