02/05/2015
Recensioni-Teatro alla Scala
Giselle, Nicoletta Manni e il Premio Benois de la Danse 2015
Prima Ballerina Teatro alla Scala di Milano
Nella matinée del 16 aprile 2015 è andata in scena al Teatro alla Scala la replica di Giselle con il ‘terzo cast’ interno che ha visto la prima ballerina Nicoletta Manni interpretare per la prima volta Giselle e il giovanissimo Timofej Andrijašenko (corpo di ballo aggiunto) per il suo esordio nel ruolo del Principe Albrecht, duo molto apprezzato. Dall’aprile 2014 Nicoletta Manni è nominata prima ballerina del Teatro alla Scala e per lo stesso anno è stata vincitrice del premio danzatrice dell’anno 2014. La sua Giselle è stata una Giselle dolce, negli sguardi e nei movimenti, forse più intensamente nell’atto II, dalle linee pure. Di pochi giorni fa per lei è la nomina al Premio Benois de la Danse 2015. I premi non finiscono insomma per la Scala, l’unica italiana della stagione si esibirà il prossimo 26 maggio al Teatro Bol’šoj di Mosca per il gala di tutti i candidati. L’anno scorso a danzare di fronte al direttore artistico Mº Jurij N. Grigorovič unico italiano era stato lo scaligero Claudio Coviello: a quanto pare, al più prestigioso premio internazionale della danza il Teatro alla Scala può già vantare una serie di premiazioni. Di Nicoletta Manni è stata apprezzata e premiata l’interpretazione della Morte in Le Jeune homme et la mort di Roland Petit della Serata Petit alla Scala la scorsa stagione 2013/14, in cui ha danzato insieme a Ivan Vasil’ev (principal dell’American Ballet Theatre di New York e del Michajlovskij di San Pietroburgo). Questo indiscusso successo del Balletto della Scala in premi, pubblico e critica porta a una riflessione sul continuo e ormai fisso invito di artisti ospiti sul palco della Scala, lasciando al cast ‘alternativo’ e al ‘terzo cast’ i ballerini stabili interni. L’Italia è l’unico stato a non avere una compagnia nazionale di balletto, pur con la sua antica e gloriosa tradizione di danzatori, ma anche di docenti — tra tutti il Mº Cecchetti. Quella della Scala ha tutta l’aria di poter diventare la compagnia italiana nazionale di balletto, ma è ancora relegata a un ambito regionale di Milano. Se si pensa, invece, al Royal Opera House, si considera tutto il Regno Unito, non Londra soltanto; se si pensa all’Opéra di Parigi, è la Francia; caso unico ed eccezionale la Russia è la compagnia del Bol’šoj di Mosca e quella del Mariinskij di San Pietroburgo. Queste compagnie nazionali europee promuovono i propri danzatori, creano una ‘scuola’, lo testimonia il gran numero di danzatori stabili e di étoiles, almeno il doppio per ciascun grado rispetto alla Scala. Non si tratta di ‘protezionismo’, ma le compagnie europee invitano artisti ospiti solo quando è necessario (o piacevole) avere ospiti, cioè nei gala, non quasi a ogni recita. Questo farebbe sì, che il pubblico si affezioni ai ballerini sentendoli ‘propri’ e favorendo il sentimento di un’arte tutta italiana che si affaccia sul mondo.
Si ringrazia per la concessione delle foto il Teatro alla Scala e Brescia-Amisano.
Domenico Giuseppe Muscianisi