17/07/2015
Recensioni-Teatro alla Scala
Ballo Excelsior
Una grande prova del corpo di ballo scaligero.
Balletto allegorico in 2 atti e 11 quadri di Luigi Manzotti. Musica di Romualdo Marenco. Coregrafia di Ugo Dell’Ara. Teatro alla Scala di Milano, prima 11 luglio 2015.
Marta Romagna (la Luce), Mick Zeni (l’Oscurantismo), Alina Somova (la Civiltà, la Civiltà Cosmopilita), Federico Bonelli (lo Schiavo), Virna Toppi (la Fama, la Folgore), Chiara Fiandra (il Valore), Giulia Schembri (la Concordia), Antonella Albano (la Costanza, Fanny fidanzata di Valentino), Gianluca Schiavoni (Giorgio birraio), Adeline Souletie (Kunegonda birraia), Maurizio Licitra (Valentino battelliere), Paola Giovenzana (Laura), Riccardo Massimi (Dionisio Papin, Ingegnere francese), Alessandro Grillo (Alessandro Volta), Fabio Saglibene (un Cinese), Federico Fresi (un Turco), Massimo Garon (uno Spagnolo), Christian Fagetti (un Inglese), Antonina Čapkina (una Mora indiana), Matthew Endicott (Suonatore indiano, Ingegnere italiano).
Un balletto peculiare all’interno del repertorio ottocentesco. Con Ballo Excelsior si mettono da parte le storie d’amore tragiche o a lieto fine, l’espressione del sentimento e la ricerca del ‘simbolo’ (inteso in senso letterario), per recuperare la tradizione del «ballo grande» italiano del Settecento, con il suo neoclassicismo e l’allegoria. Nessun simbolismo, nessun sottotesto; solo la semplicità dell’esaltazione della scienza, del progresso, della fratellanza dei popoli. Un tema a pieno concorde con l’Expo 2015.
Sabato 11 luglio è andata in scena la prima del balletto Excelsior per la stagione speciale «La Scala per Expo». Come artisti ospiti sono stati chiamati Federico Bonelli (principal al ROH di Londra) e Alina Somova (étoile del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo). La coppia si è mostrata fresca e convincente: Bonelli con la sua forte tecnica cubana e lo stile del Royal inglese ha interpretato il ruolo della Schiavo, che viene affrancato e diventa principe, in modo pulito e con il virtuosismo adatto al ruolo; Somova è bellissima nel suo fisico e le linee pure, perfetta nel ruolo allegorico della Civiltà affrancatrice, forse sarebbe stato più gradevole vedere i diversi stili nei piccoli e brevi quadri di carattere con il Cinese, il Turco, lo Spagnolo e l’Inglese.
Perfetto il corpo di ballo del Teatro alla Scala, sincrono e adeguato, capace di gestire il certo ‘affollamento’ sul palco che richiedono le figure complesse delle coreografie. Molto bravi sono stati i quattro solisti di ‘carattere’ nell’identificare lo stile anche nella parodia, Massimo Garon, Christian Fagetti, Fabio Saglibene e Federico Fresi. Un complimento particolare ad Antonina Čapkina che si è distinta nel ruolo della Mora indiana, dalle linee lunghe, capace di contorcersi per rendere il carattere orientale e sedurre il pubblico.
Tra i quadri della diegesi, il più vivo e gradevole è stato quello del battello a vapore di Dionisio Papin, che è stato giudato dalla tecnica magistrale di Maurizio Licitra e Antonella Albano. A questa i danzatori del quadro hanno saputo aggiungere una interpretazione simpatica e a tratti divertente, capace di coinvolgere tutti i partecipanti.
Il nastro che ha legato insieme tutti i fasci è rappresentato dalla lotta dell’Oscurantismo che cerca di incatenare la Luce del progresso. I ruoli sono stati affidanti a due danzatori con un’importante esperienza, Mick Zeni e Marta Romagna, che sono stati grandi interpreti non solo nella tecnica, ma soprattutto nello stile: personalità, presenza e intelligenza scenica, doti che tendono a impoverirsi nella danza, ma che fanno la differenza e danno la specificità di un danzatore. Mi si conceda un excursus alla prova generale, in cui ho avuto la fortuna di vedere accanto a Marta Romagna Christian Fagetti nel ruolo dell’Oscurantismo, che ha mostrato una tecnica e una mimica eccellenti, che hanno conferito al personaggio una peculiarità degna di menzione, che non deluderà nelle recite in cui sarà protagonista.
Si ringrazia per la concessione delle foto Teatro alla Scala di Milano i fotografi Brescia - Amisano.
Domenico Giuseppe Muscianisi