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Editoriale
Dreamtimedancemagazine, redazione nata in una periferia milanese in cui abbiamo la nostra sede operativa. Siamo cresciuti come una redazione giovane, diversa e indipendente, per viaggiare nel mondo della danza e di molto altro, dal balletto al contemporaneo, dal teatrodanza al mixability. Un magazine edito dall'Associazione Culturale Vi.d.A., produttore del Festival Internazionale Dreamtime: danza senza limiti, che della Mixed Abilities Dance ha fatto la sua bandiera. Il magazine si avvale della collaborazione di affermati professionisti, nuove leve, sguardi molteplici sul complesso mondo della danza. Paola Banone, direttrice del festival Dreamtime, coordinatrice del magazine, ricercatrice, da tanti anni compie un lavoro mirato sul mixability e sulla relazione tra danza e sociale.
Direttore del magazine è Claudio Arrigoni, giornalista sportivo e commentatore dello sport paralimpico per Rai e Sky; testimonial dell'intera operazione è Anna Maria Prina, ex direttrice per 32 anni Scuola di ballo del Teatro alla Scala, personalità di spicco della danza italiana, coinvolta dal settembre 2011 nel lavoro con la Cie MixAbility Dreamtime.
12/08/2015
Critiques-Autres

Soirée Svetlana Zacharova

Arena Vittorio Emanuele di Portorosa/Furnari (Messina), 6 agosto 2015.

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Gala di danza di Svetlana Zacharova (étoile del Teatro Bol’šoj di Mosca e del Teatro alla Scala di Milano) con Patrick De Bana (già principal della Compañía Nacional de Danza di Madrid e oggi coreografo internazionale) e con Michail Lobuchin (étoile Bol’šoj), Vjačeslav Lopatin (primo ballerino Bol’šoj), Anastasija Staškevič (étoile Bol’šoj), Aleksandr Smol’janinov (solista Bol’šoj), Elena Evseeva (solista del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo), David Zaleev (solista Mariinskij) e Tat’jana Bolotova (prima ballerina del Teatro Stanislavskij di Mosca e del Balletto del Cremlino di Mosca).

PROGRAMMA: Distant Cries (Svetlana Zacharova e Michail Lobuchin): coreografia di Edward Liang, musica di Tommaso Albinoni. Harlequinade (Tat’jana Bolotova e Aleksandr Smol’janinov): coreografia di Marius Petipa, musica di Riccardo Drigo. Revelation (Svetlana Zacharova): coreografia di Motoko Hirayama, musica di John Williams (non rappresentato). Flammes de Paris - pas de deux atto IV (Elena Evseeva e David Zaleev): coreografia di Vasilij Vajnonen, musica di Boris Asaf’ev. Digital Love (Svetlana Zacharova e Patrick De Bana): coreografia di Patrick De Bana, musiche di Carlos Pino Quintana e Georg Friederich Händel. Le Talisman - pas de deux atto III (Anastasija Staškevič e Vjačeslav Lopatin): coreografia di Marius Petipa, musica di Riccardo Drigo. Melodia (Tat’jana Bolotova e Aleksandr Smol’janinov): coreografia di Asaf Messerer, musica di Christoph Willibald Gluck. La morte del cigno (Svetlana Zacharova): coreografia di Michail Fokin, musica di Camille Saint-Saëns. Parting (Elena Evseeva e David Zaleev): coreografia di Jurij Smekalov, musica di J. Powell. The Picture of… (Patrick De Bana): coreografia di Patrick De Bana, musica di Henry Purcel. Le Corsaire - pas de deux atto II (Svetlana Zacharova e Michail Lobuchin): coreografia di Marius Petipa, musiche di Adolphe Adam e Cesare Pugni (variazione Medora).

Nella splendida cornice di Portorosa, la Montecarlo della Sicilia tirrenica, presso l’Arena Vittorio Emanuele gestita dal Teatro Vittorio Emanuele di Messina, lo scorso 6 agosto è andata in scena la serata di gala dell’étoile internazionale Svetlana Zacharova, accompagnata da danzatori russi dai teatri Bol’šoj e Stanislavskij di Mosca e Mariinskij di San Pietroburgo.

Il programma è stata un’assoluta novità per il pubblico italiano e realmente un’esclusiva nazionale: si ha avuto la fortuna di assistere a un repertorio eminetemente russo. Uno spettacolo ‘barocco’, nel senso letterario del termine: «È del poeta il fin la maraviglia: / parlo dell’eccellente, non del goffo; / chi non sa far stupir vada a la striglia» (G.B. Marino, Murtoleide, 23.9-11).

La poetica del Seicento di stupire, meravigliare e colpire l’attenzione del pubblico con i cosiddetti ‘effetti speciali’, i virtuosismi coreutici, è stata fatta propria dalla scuola russa del balletto, che in Marius Petipa vede il suo massimo esponente. La scelta del repertorio classico per la serata è stata orientata sul virtuosimo: Flammes de Paris, Le Talisman, Le Corsaire, Harlequinade, tutti balletti in scena al completo solo nei teatri russi; altrove, sopravvivono solo alcuni passaggi isolati. Molto applauditi sono stati i giri su una sola gamba, i trentadue fouettés en tournant per le danzatrici e i tours à la seconde per gli uomini, più volte ripetuti dagli interpreti nelle code dei passi a due. Interessanti per la varietà dei movimenti nello spazio e nella musica alcune sequenze particolarmente complesse di diagonali con salti e cambi di direzione.

Tutti gli interpreti della serata hanno convinto e entusiasmato in particolare in Harlequinade abbiamo apprezzato l’esecuzione artistica con richiami alla Commedia dell’Arte un omaggio non solo al repertorio russo, ma anche alla tradizione del teatro italiano.

Anche il repertorio moderno è stato interessante. È stato presentato un passo a due di un neoesponente della coreografia (Jurij Smekalov, ancora danzatore al Teatro Mariinskij), Parting, un bel e intenso tango, che descrive una serata infelice tra i protagonisti. Sognante è stata l’apertura della serata con Distant Cries sulle note barocche di Tommaso Albinoni, che attraverso l’uso degli archi con i suoi contrappunti e ampiezze è stata molto indicata per evidenziare le linee lunghe e pure e la sensibilità di Zacharova, che nei ruoli ‘tristi’ riesce a esprimere il meglio.

Molto commovente, infine, la Morte del cigno. Zacharova realmente esprime con intensità la drammaticità di un pezzo particolarmente caro alla tradizione slava e caro anche ai locali che hanno assistito allo spettacolo all’Arena di Portorosa. Portorosa prende il suo nome da una antica presenza di cigni rosa in tutta la zona, che ogni anno sostavano nelle vicinanze tra Portorosa e i laghetti salati di Marinello; la loro presenza in anni non troppo remoti è stata disturbata dall’ingombranza dell’uomo. Una bellezza scomparsa quella del cigno rosa, richiamata alla mente dall’interpretazione eterea del cigno morente di Zacharova, che non può lasciare insensibili.

Si ringrazia per la concessione delle foto i fotografi Pierluigi Abbondanza e M.Logvinov


Domenico Giuseppe Muscianisi