28/09/2015
Recensioni-Altre
Sopra di me il diluvio
Enzo Cosimi a MilanOltre
La 29° edizione di MilanOltre Festival non smette di stupirci. Dopo la vibrante Virginie Brunelle - danzatrice e coreografa francocanadese - e la Compagnia de soi di Radhouane el Meddeb, il 26 settembre è toccato a Sopra di me il diluvio di Enzo Cosimi: una riflessione in danza sul mondo in cui viviamo, sulla natura e sul nostro sentire. Uno scenario apocalittico e dal forte impatto sensoriale ha accolto il pubblico in sala.
Due poltrone sparse nello spazio scenico, un piccolo televisore, fumo pumbleo e tante riproduzioni di ossa: con questi elementi l'unica protagonista, Paola Lattanzi, ha condiviso la scena dando corpo ad una danza scattante e asciutta, dall'energia maschile a tratti eccessiva, i cui movimenti apparentemente semplici riconducono alla complessità di un lavoro sulla “presenza scenica”, sull'atto performativo, sulla percezione del sistema nervoso a discapito di quello muscolare.
Un viaggio tribale, un confronto tra le epoche dell'umanità, tra l'uomo contemporaneo e la natura che la protagonista interpreta nel suo essere Eros, forza primigenia e vitale, dea animale che marca, osserva e difende il proprio territorio, e nel suo essere capo tribù di oggi che guarda ad un paesaggio arcaico come l'Africa, da cui emerge un mondo di speranza nonostante le violenze e i continui massacri subiti.
Le musiche di Chris Watson, Petro Loa e Jon Wheeler accompagnano accuratamente questi contrasti emotivi, insieme alle luci e agli effetti di Gianni Straropoli e ai video di Stefano Galanti dove immagini di un'Africa lontana e piene di speranza, appunto, si espandono dal piccolo televisore al centro della scena al film proiettato sullo sfondo. La figura di un bimbo innocente, pacato e pacifico, si contrappone alla danza violenta e rabbiosa della protagonista in scena. Un contrasto che diventa metafora della continua lotta tra il bene e il male dove, a volte, l'umanità arriva al limite dell'animalità.
Salvina Elisa Cutuli