22/02/2016
Recensioni-Altre
Roméo et Juliette di Angelin Preljocaj
Teatro Carlo Felice di Genova
Il balletto nato nel 1990 con i ballerini dell’Opéra di Lyon, torna in scena al Teatro Carlo Felice di Genova con il Ballet Preljocajal venerdì 12 e sabato 13 e ancora domenica 14 e martedì 16 alle 15.30. Il coreografo ambienta la storia d’amore universale nell’ambito dei regimi totalitari dell’Est, dove la lotta tra le due famiglie viene sostituita dallo scontro tra la milizia incaricata di assicurare l’ordine sociale (il mondo di Juliette) e i senzatetto (il mondo di Roméo). La relazione tra i due è bandita dal potere totalitario che proibisce oltretutto una delle prime libertà dell’uomo: amare. I costumi di Enki Bilal e Fred Sathal si sono evoluti dalla prima versione come anche l’interpretazione della compagnia che ha ridato ulteriormente vita ad un lavoro che ancora oggi si conferma costruito con grande maestria. Sin dalla prima scena è riconoscibile la firma dell’autore: il linguaggio coreografico, il modo di procedere e di raccontare, l’uso della musica, le strutture, le forme, i simboli.
Tutti questi elementi sapientemente gestiti restituiscono la storia con un impatto emozionale che contribuisce ad attualizzare una narrazione più che nota. Non ci sono padre e madre di Juliette e al posto della nutrice due figure femminili identiche, vestite in bianco e nero si muovono in sincrono, sono a metà tra automi e persone. La scena di Bilal rappresenta perfettamente l’atmosfera cupa del potere dittatoriale, come la passerella su cui si aggira Tebaldo (Fabrizio Clemente) che fa da sentinella con il cane e un faro in mano. La forza travolgente di questo amore che va contro ogni cosa è leggibile attraverso i passi a due; i corpi agiscono tra di loro in un rapporto sensoriale, gli amanti si vivono in scena in maniera quasi animalesca come la passione che li ha colti. Suggestivo il momento del risveglio di Juliette che adagia il corpo morto di Roméo su una sedia e per tre volte vi si getta sopra fino all’abbandono totale sul corpo dell’amato. Jean-Charles Jousni e Émilie Lalande, rispettivamente Roméo e Juliette hanno dato un’interpretazione potente sia dal punto di vista fisico che espressivo.
Efficace ed energica anche la resa di Fran Sanchez nei panni di Mercuzio. Notevoli gli insiemi della compagnia, i sincroni e i disegni rispettati precisamente con un dinamismo e una musicalità che insieme ad altri aspetti segnano la cifra distintiva del coreografo. La musica di Prokofiev, che si alterna ai suoni elettronici curati da Goran Vejoda, è stata eseguita dall’Orchestra del Teatro Carlo Felice diretta da Nada Matosěvić. Uno spettacolo estremamente calibrato in ogni sua parte, coerente, riuscito dal punto di vista drammaturgico oltre che coreografico, si distingue per l’emozione che sprigiona e che arriva più di ogni altra cosa.
Si ringrazia per la concessione delle foto Jean-Claude-Carbonne.
Stefania Ballone