04/03/2016
Recensioni-Altre
Serata Grandi Coreografi
Teatro dell’Opera di Roma 2.03.2016
Un omaggio alla grande tradizione del balletto di Balanchine e Nureyev, ma anche a quei nomi che hanno saputo rivoluzionarlo, come Forsythe e Millepied: sono questi gli elementi essenziali del programma Grandi Coreografi, andato in scena al Teatro dell’Opera di Roma proprio in questi giorni. Il repertorio del corpo di ballo romano si arricchisce così di pezzi ancora inediti in Italia, ma che sono già consuetudine nelle più prestigiose compagnie internazionali. Ne deriva uno spettacolo di grande spessore artistico, frutto di quell’impulso di discontinuità e di innovazione che caratterizza la direzione di Eleonora Abbagnato.
Lo spettacolo diviso in due parti, ha proposto:
Serenade, prima creazione del grande George Balanchine datata 1934 su musiche di Tchaikovsky. Balletto che affascina per la gestualità e le pose dai forti richiami alla scultura neoclassica. Le linee essenziali dei costumi e delle scenografie hanno messo in evidenza le capacità di un corpo di ballo rinnovato, perfetto nella sua sincronia, nonostante le difficoltà tecniche del pezzo. Degne di nota le soliste Marianna Suriano e Alessia Gay: la prima ha saputo conquistare gli spettatori con la sua innata eleganza e una forte presenza scenica; la seconda, frizzante e virtuosa, si è confermata un elemento di spicco all’interno del corpo di ballo.
Closer, firmato da Benjamin Millepied nel 2006 su musica di Philip Glass, suonata per l’occasione da Enrica Ruggiero, è un bellissimo duetto d’impronta classica con una sensibile vena moderna, che vede in scena per la prima volta dopo la sua nomina l’étoile Eleonora Abbagnato, al fianco del primo ballerino parigino Florian Magnenet.
I due, bellissimi interpreti di questa coreografia estremamente complessa sul piano tecnico, incantano con la precisione dei movimenti e la capacità di ricreare un gioco di emozioni che si inseguono: lui, partner eccezionale, e lei, abile nell’interpretare vulnerabilità e forza al medesimo tempo.
Nella seconda parte della serata:
The Vertiginous Thrill of Exactitude tra i pezzi più noti dello statunitense William Forsythe è il secondo brano del balletto Two Ballets in the Manner of the late Twentieth Century creato nel 1996 per il Frankfurt Ballett sul IV movimento della Sinfonia n.9 di Schubert. Coreografia anch’essa dalla forte impronta classica ma che allo stesso tempo risulta molto moderna proponendo una serie di sfide per gli interpreti a livello fisico, tecnico, musicale e artistico.
Emergono su tutti due giovani talenti: Susanna Salvi ed Eugenia Brezzi, quest’ultima novità assoluta nel corpo di ballo, ma che ha già saputo distinguersi per la padronanza della scena e per la spiccata abilità tecnica. Va senza dubbio riconosciuto ad entrambe la capacità di essere perfettamente nello stile e in grado di eseguire con ostentata disinvoltura e naturalezza le difficoltà di questo capolavoro.
Raymonda primo grande balletto coreografato da Rudolf Nureyev e molto fedele alla versione originale di Petipa. E’ stato scelto il III Atto del balletto per la serata con il divertissement per le nozze di Raymonda e Jean de Brienne.
Masterpiece scelto ad hoc per concludere un programma perfettamente a livello delle grandi compagnie estere.
Si ringrazia per la concessione delle foto Yasuko Kageyama.
Aldo Sancricca