04/03/2016
Recensioni-Altre
CURRICULUM in 3D per Cristiana Morganti
Teatro Ponchielli - Cremona
Un pubblico attento e generoso di applausi, quello del teatro Ponchielli di Cremona, ha decretato una standing ovation, al SOLO di Cristiana Morganti, icona e danzatrice solista del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch fin dal lontano 1993.
Un’autobiografia allo specchio raccontata attraverso i ricordi di una importante carriera artistica, mediante una intervista virtuale, di “Jessica and me”, appunto, quasi un self evaluation, un’autoanalisi, sviscerando aneddoti personali inediti che ben descrivono le caratteristiche della personalità riservata intrinseca al pudore di un linguaggio trasparente della Morganti, coreografa ed interprete di se stessa.
Attraverso l’oggetto simbolico di un vecchio registratore a cassette, vetusto, tanto quanto spesso le domande dei giornalisti o dei critici del settore poco addentro all’argomento, Cristiana, ironizza, con Jessica , la voce di una stucchevole intervistatrice, intercalando con la camminata e l’incedere lento nello spazio scenico, tipica dello studio tecnico in danza di stile contemporanea, passando con una innata ironia contagiosa da un’ipnotica gestualità ad alttrettanti cammei coreografici di remota memoria, al racconto cronostorico del percorso personale creativo che le ha permesso di incontrare la Danza nella propria vita.
Diplomatasi presso l’Accademia di danza di Roma in danza classica, crescendo, le sue forme giunoniche hanno cambiato in itinere, le sorti del proprio percorso professionale, approdando in Germania ad Essen, per poi danzare con altri importanti coreografi del calibro di Linke, Ruchert, per citarne alcuni, prima di trovare la propria identità artistica con la Bausch, raffinata interprete, esigente nei dettagli gestuali.
Vincitrice del Premio Danza&Danza nel 2014, come migliore interprete e coreografa, ed interprete, dei film di Almodovar e Wenders, per un tributo a “Pina”, Cristiana Morganti, con il suo curriculum in itinere, riesce ad annullare lo spaziotemporale di ’70 minuti di spettacolo, in un’unica azione scenica ,dove l’evolversi del racconto, coadiuvato da video e disegni luci, dai tagli netti, rende capace di evidenziare ogni elemento sonoro e simbolico dei quadri coreografici, propri del teatro danza.
Scarpe rosse con il tacco fuori misura, una lunga fumata di sigaretta, un ampio sottogonna in tulle bianco, sono forse i richiami iconografici più salienti, dei tanti capolavori della Bausch, in cui la Morganti ha partecipato, rendendo omaggio a Caffè Muller, il primo capolavoro andato in onda sulla rete nazionale italiana, ad onor del vero, merito una grande conoscitrice ed estimatrice quale Vittoria Ottolenghi ha saputo essere per la Danza nel mondo .
Si concede la pubblicazione alla carissima amica Paola Banone,
Emanuela Cassola Soldati curatrice sezione Danza per Fonopoli (Renato Zero)
Emanuela Cassola Soldati