20/03/2016
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Voces, Suite Flamenca.
Rassegna Tersicore - Auditorium Conciliazione Roma
Con il quarto appuntamento e con meritatissimo successo si è conclusa la rassegna Tersicore diretta da Daniele Cipriani presso l’auditorium Conciliazione di Roma: è andato in scena Voces, Suite Flamenca, intensa espressione della cultura del flamenco.
Interprete e rappresentante di spicco di questo stile è Sara Baras, originaria di Cadice e considerata tra le più grandi bailaoras del mondo, che nelle due serate romane è stata accompagnata dal marito e coreografo José Serrano, dal loro corpo di ballo e dai musicisti diretti da Keko Baldomero.
Lo spettacolo Voces (Voci) rappresenta una suite di pezzi sapientemente scelti, una vera e propria celebrazione dei grandi interpreti del flamenco, attraverso la cui opera questa forma di danza è stata resa nota al grande pubblico, valicando così le montagne andaluse dove è stata custodita per secoli.
Prima ancora che l’America venisse scoperta e che le casate di Castiglia ed Aragona unificassero il Regno di Spagna con un matrimonio, nel Sud della penisola Iberica venne creato il flamenco, stile con una forte radice gitana arricchita di influenze moresche ed ebraiche.
La forza dello spettacolo proposto da Daniele Cipriani è di rappresentare del Flamenco non solo gli aspetti più appassionati e forse anche più noti, ma di ritrarne i profili più rigorosi ed austeri, consegnando al pubblico l’immagine autentica di una danza che è anche filosofia di vita.
Tutto ciò è ovviamente possibile soprattutto perchè “le voci” scelte sono quelle dei protagonisti più celebri come Paco de Lucia, Camarón de La Isla, Antonio Gades, Enrique Morente, Moraìto Chico, Carmen Amaya e il grande Antonio Gades.
Un susseguirsi di segurillas, tarante, soleàs e di tutte quelle danze che arricchiscono il flamenco in due serate in grado di colpire al cuore regalando emozioni, energia e ritmo.
“Dalla libertà di un cuore flamenco nasce Voces – scrive il fotografo Santana de Yepes - Da un cuore che danza la sua musica, che batte al suo ritmo, che prega il vento perché lo ascolti oltre ogni luogo e oltre ogni immaginazione. È una voce che lotta per essere l’eco di quelle che ci emozionarono, che ci ispirarono, chiare e limpide sorgenti dalle quali ancora oggi continuiamo a bere per nutrire le nostre radici. È la voce che emerge dalla nostra danza, dal nostro canto, dal nostro tocco, la voce che accarezza le tavole del pavimento con i tacchi delle nostre scarpe, che colpisce con la forza incessante delle nostre anime”.
Aldo Sancricca