28/06/2016
Recensioni-Teatro alla Scala
Serata Nureyev
Inaugurata la stagione estiva dell'Opera di Roma alle Terme di Caracalla
Recita del 26 giugno 2016.
Raymonda III Atto: Rebecca Bianchi (Raymonda). Friedemann Vogel (Jean de Brienne). Roi (giuseppe Schiavone). Contessa ( Angela Kouznetsova).
Il lago dei cigni: Giuseppe Depalo (Rothbart). Alessandra Amato (Odile). Friedemann Vogel (Siegfried).
La Bayadère III Atto: Marianna Suriano (Nikia). Claudio Cocino (Solor). Elena Bidini (I ombra). Alessia Gay (II ombra). Sara Loro (III ombra).
Non poteva inaugurarsi con un programma migliore la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma, nella consueta e maestosa cornice delle Terme di Caracalla.
Il corpo di ballo, diretto dall’ étoile Eleonora Abbagnato, è andato in scena nelle serate del 22, 24 e 26 giugno presentando tre estratti dai grandi titoli classici firmati Rudolf Nureyev: Raymonda (terzo atto), Il lago dei cigni (Polonaise e passo a tre del cigno nero), e La Bayadère (atto delle ombre).
Balletti con un linguaggio tecnico notoriamente complesso, ricchi di virtuosismi e caratterizzati dal raffinato senso musicale del noto coreografo. Sicuramente tutto ciò ha costituito un elemento di sfida per l’ensemble romano che, però, è stato supportato dall’esperienza e competenza di eccellenti maestri come: Patricia Ruanne, partner e musa dello stesso Nureyev e oggi ripetitrice del suo repertorio; Frédéric Jahn, primo maitre al Teatro dell’Opera di Roma; Laurent Hilaire e Florence Clerc, étoiles storici e ripetitori all’Opéra de Paris.
Lo spettacolo, senza dubbio, ha trascinato gli spettatori nella realtà onirica di tre dei più bei balletti del repertorio classico, coadiuvati dall’inimitabile e suggestivo scenario della Roma Imperiale. Tuttavia l’esperienza dei citati maestri non è bastata a colmare quelle lacune tecniche, interpretative e stilistiche di alcuni interpreti.
L’allegra apertura di Raymonda ha avuto come protagonisti uno splendido Friedemann Vogel, dalla fisicità perfetta e una sempre più matura e forte Rebecca Bianchi, la cui variazione ha letteralmente ipnotizzato il pubblico. Altrettanto degni di merito Giuseppe Schiavone e la deliziosa Angela Kouznetsova, impeccabili nell’esecuzione ed estremamente coinvolgenti nell’interpretazione. Questo gioioso estratto ha sofferto però, di leggere asincronie e occasionali imperfezioni tecniche con l’entrata dei quattro cavalieri, i quali non sono riusciti ad essere all’altezza del resto del corpo di ballo.
Nota dolente dell’intero programma sono stati gli estratti de Il lago dei cigni, forse perché ben noti a tutti, le aspettative sono state inesorabilmente disattese. A cominciare dalla Polonaise, all’interno della quale l’intero corpo di ballo maschile si è livellato verso il basso, creando un risultato ben poco lusinghiero per alcuni nomi presenti all’interno del gruppo.
Deludente è l’interpretazione di Alessandra Amato, ben al di sotto delle sue capacità nel ruolo di Odile: malamente conclusi i famosi 32 fouettes.
Sublime l’entrata in scena di Friedemann Vogel e Giuseppe Depalo che hanno risollevato le sorti del balletto.
Le deliziose ed ineffabili ombre, entrate in scena quasi volando sulle rovine delle antiche terme, sono state perfettamente sincroni ed emozionanti. Delle tre soliste, l’unica particolarmente convincente e degna di nota, sia al livello interpretativo che tecnico, è stata la frizzante e precisa Alessia Gay.
Ineccepibili i due protagonisti Claudio Cocino e Marianna Suriano, che in un ruolo di grande complessità tecnica sono risultati perfettamente a loro agio.
Si ringrazia per la concessione delle foto Yasuko Kageyama.
Aldo Sancricca