06/04/2017
Recensioni-Altre
NOW, le 7 poesie danzanti della Carlson
Teatro Fraschini di Pavia
Il teatro Fraschini di Pavia, già nominato teatro dei Quattro Nobili Cavalieri, esempio artistico di barocco settecentesco dell’architetto scenografo, Antonio Galli da Bibbiena, sfodera una nutrita rassegna di prosa, musica, operetta e danza. Nella rosa del balletto, ha chiuso la proposta il 27 marzo, la danza libera della Carlson.
La Carolyn Carlson Company è un alveare, uno spazio di creatività e libertà all’interno del quale gesto-movimento e pensiero s’intrecciano.
La sua Ape Regina, la Carlson, sacerdotessa della danza modern contemporanea americana, prosegue il cammino della sperimentazione, come fu per le sue antesignane, Isadora Duncan e Martha Graham, e in Europa, Pina Bausch, recentemente scomparsa.
Partendo dal presupposto che la danza nasce e muore nello stesso momento, esattamente come un Mandala nella filosofia orientale, la Carlson disegna il progetto coreografico sul tema del tempo presente, ora, adesso, “now”, appunto.
Citando una frase a lei cara del Dalai Lama : “Ci sono solo due giorni per cui non possiamo fare nulla, i e r i e d o m a n i , o g g i rimane il giorno ideale per fare, agire, vivere, esserci.
Carolyn delega a 7 ballerini straordinari, armoniosi e generosi nel comunicare con il pubblico, la scrittura del movimento in scena. Atto unico di 1 ora e 20 minuti, suddiviso in sette parti metaforiche, si ispira ad alcuni filosofi, come G.Bachelard, facendo riferimento al microcosmo che diventa macrocosmo, allo spazio individuale e allo spazio dell’habitat, interiore e della Natura.
Come pure i riferimenti vanno a Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia e del metodo Waldorf, che ha ispirato l’agricoltura biodinamica, ed ha posto le basi per l’Euritmìa, sono spunti di riflessione colti dalla Compagnìa e dalla stessa Carlson per creare la poetica danzante di NOW.
Carolyn Carlson, si definisce essa stessa, prima che danzatrice e coreografa, una poetessa, una esploratrice, capace di costruire poesia visiva, con i gesti, mezzo di comunicazione non verbale universale, attingendo dai qi gong e dal tai-chi delle Arti Marziali.
Oltre alla circolarità del movimento e alle spirali, il linguaggio scenico delle ombre e delle luci, di notevole importanza per la coreografa, insieme alla musica, malinconica e puntuale del compositore Renè Aubry, punto di riferimento e collaboratore di lunga data, sono elementi fondamentali per cucire addosso ai ballerini i colori e i suoni delle intenzioni della dimensione intima dell’anima.
I danz-attori, capaci di raccontare con la parola, il gesto e i silenzi, come nella pellicola cinematografica della nouvelle vague, fatte di sguardi, attese, forti contrasti, dimensioni oniriche e senza tempo o con un tempo sospeso, tipico del neo realismo, sono meritevoli di nota: Sara Orselli, Sara Simeoni, Riccardo Meneghini, Constantine Baecher, Juha Marsalo co-autore dei testi, Isida Micani e Yutaka Nakata, talmente in simbiosi con il suo assolo, da materializzarlo nelle parole di un Aiku giapponese.
Una straordinaria boccata di ossigeno spirituale!
Ringraziamo per la gentile concessione dell'articolo Emanuela Cassola Soldati
Emanuela Cassola Soldati