26/05/2018
Critiques-Teatro alla Scala
Serata Nureyev
Recensione del 25.05.2018
“Serata Nureyev”, dedicata al divo del balletto russo che ha segnato la storia della danza, icona di un “uomo” che ha cambiato il ruolo del ballerino in Occidente mentre l’Unione Sovietica bandiva il suo nome perché “eretico” e “traditore”, ha ripercorso il profondo legame che univa il “tartaro volante” al Teatro alla Scala.
Per omaggiarlo, in occasione dell’ottantesimo anniversario della nascita e il venticinquesimo della sua scomparsa (1938-1993), sono stati scelti due super classici: La bella addormentata nel bosco e Don Chisciotte (Atti III) coreografati da Nureyev nel 1966 e Apollo di George Balanchine che Rudolf interpretò, nel 1971, alla Scala.
Uno smagliante Défilé in “bianco” con gli allievi, dai più piccini ai diplomandi della scuola di ballo scaligera oltre a tutti gli straordinari interpreti, ha chiuso la serata diretta dalla bacchetta di David Coleman. Un piccolo rammarico: l’assenza, nel Défilé finale, di un fondale con una foto, magari in bianco e nero, del divo che ha ammaliato, con il suo fascino, il mondo intero.
L’avremmo voluto vedere, ancora una volta, con il suo sguardo sornione, sorriderci prima che il sipario calasse e il palcoscenico lo portasse di nuovo via, avvolto nel mistero di una vita vissuta, fino alla fine, con esemplare coraggio.
La bella addormentata su musica di Čaikovskij dopo una danza iniziale, dai costumi fastosi (forse un po’ troppo lunga), alla corte del re e della regina, , ci ha regalato soavi momenti, con la regale coppia Svetlana Zakharova e l’étoile francese dell’Opéra di Parigi, Germain Louvet, due stelle di bellezza, armonia, eleganza. Impeccabili nel passo a due, lei danza come una regina e lui strepitoso nelle ruote dove, più che potenza, emana un senso di ampiezza e sospensione. Antonino Sutera, l’uccello blu e la principessa Fiorina, Vittoria Valerio, “cinguettano” amorevolmente, con vispa gaiezza e, i loro movimenti, evocano il fremito delle ali dei volatili trasportando il pubblico nel clima delle fiabe di Perrault. Il gatto con gli stivali, Federico Fresi e la gatta bianca, Antonella Albano, parodiano con le mani una gestualità felina, fanno le fusa con una mimica convincente e accattivante.
Nel “Grands pas de deux” dal III Atto di Don Chisciotte, su musica di Ludvig Minkus, la coppia Marianela Nuñez, bellissima e seducente e il russo Vadim Muntagirov, con i loro strepitosi virtuosismi tecnici (i fouettés di lei e le ruote alla russa di lui), hanno conquistato il pubblico danzando senza scenografia ma solo con un fondale arancione di fronte al quale si è esibita anche la brava damigella d’onore, Maria Celeste Losa.
Roberto Bolle si è conquistato il ruolo di un Apollo sognatore, imperturbabile nella sua bellezza scultorea ma con lo sguardo verso l’alto, ieratico e solenne nell’elargire i tre doni (una tavoletta, una maschera e la lira) alle sue muse, le brave Virna Toppi (Calliope), Martina Arduino (Polimnia) e Nicoletta Manni (Tersicore) con la quale ha danzato un magnifico passo a due. La musica di Stravinskij (è curioso che Nureyev la paragonasse allo Spirito Santo), accompagna questo Apollo approdato alla Scala, nella versione senza prologo, proprio con lui, l’intramontabile Rudolf.
Prossime recite 26 e 29 maggio ore 20.00
Si ringrazia per la concessione delle foto Brescia - Amisano
Manuela Binaghi