17/08/2012
Danza e Disability-Danza
La danza del corpo che cambia.
Testimonianza di Berangere Andreo, tournée europea Cie M.A.D.Time
IO E IL MIO HANDICAP.
Nel seguente articolo riportiamo l’esperienza della coreografa francese Berangere Andreo alla sua prima esperienza con il MixAbility Group formato da danzatori abili e diversamente abili.
Berangere scrive: “La vita é fatta di tappe più o meno difficili da sorpassare, ci ritroviamo soli di fronte all’ostacolo e allora ci domandiamo che fare..dove possiamo trovare la forza necessaria di agire e soprattutto come? Forse ne siamo semplicemente capaci! Impariamo a utilizzare il dono che ci é dato di vivere! Una sola vita, un solo corpo e tante cose da costruire senza sapere se il cammino scelto é quello giusto. Il cuore, l’intuizione e la luce ci guidano...allora, apri il tuo cuore e lasciati cullare come un bambino nelle braccia della madre. Impara ad aver fiducia e a liberarti senza pudore di fronte a chi ci guarda senza giudizio, compassione o pietà.
Lavorare con delle persone diversamente abili é diverso dall’approccio coreografico con i bambini, gli adolescenti e gli adulti cosiddetti normodotati. Si deve essere veri, non si puo’ giocare un gioco e fingere...la sincerita’ e l’ascolto sono l’unico modo di confrontarsi con dolcezza nela realta’e di accompagnarli nel nostro mondo della danza!
Mi rendo conto durante la residenza artistica al 66° Festival d’Avignon con il collettivo artistico Cie M.A.D.Time, che noi tutti portiamo in noi un handicap...visibile o invisibile con il quale dobbiamo confrontarci e vivere positivamente ma soprattutto dobbiamo accettarlo!
Che fortuna noi abbiamo di poter camminare, correre, muoverci con facilita’. Ho la sensazione che i ruoli si invertano. Durante la residenza artistica non intervengo più come insegnante ma siamo tutti sullo stesso piano di uguaglianza, che bella lezione di vita per me.
Mi danno di più di quello che mi immaginavo al mio arrivo e l’emozione mi sommerge per il semplice fatto di scriverlo.
Danzano e condividono la loro gioia con sincerità, umiltà e amore, non c’è competizione ma un ascolto che permette a ciascuno di scoprirsi.
La barriera della lingua non esiste più e il linguaggio del corpo è senza alcun dubbio il nostro migliore strumento.
Come guidare e portare in questo caso particolare una persona uni jambiste jean Gabriel Rovira, a muoversi, a fidarsi e a realizzare che ha la capacità e il potenziale per danzare.
Tutto comincia dal tocco... la scoperta del corpo ed proprio é là che il mio lavoro di ricerca coreografica comincia....un lavoro favoloso!
Ci si ritrova nella creazione pura, incontro una buona metodologia che Paola Banone giorno dopo giorno mi insegna mostrandomi le chiavi per avanzare passo passo verso l’ignoto.
Ogni tappa é una vittoria sulla vita che condividiamo insieme, Jean Gabriel ed Io. Questi istanti ci appartengono a lui e a me e non posso descrivere a parole la potenza che si scatena ad ogni contatto, portando ad una libertà gestuale che fino a quel momento mi sembrava inaccessibile, che mi fa dire che la vita vale la pena di essere vissuta. Arriviamo al termine della nostra tournée di dieci giorni prima al Festival d’Avignon e poi con IMAFestival a Londra vissuti nella dimensione di una vera “comunità artistica” con lo spirito di un collettivo.
Quante emozioni condivise, quanti ricordi che non si cancelleranno mai dalle nostre memorie.
Mi basta chiudere gli occhi per rivivere come sempre la stessa intensità di quei momenti d’amore, degli sguardi complici che hanno fatto della nostra Cie M.A.D.Time un equipe collaudata.
E’ evidente che i primi giorni non è stato facile. Ciascuno cercava il suo posto in questa nuova famiglia talmente variegata. Una famiglia dai mille colori, quelli dei nostri temperamenti, delle nostre personalità ma con una desiderio comune di vivere pienamente questa avventura, lo scopo era di presentare un lavoro basato sulla mixità Danza e Handicap attraverso il tema e filo conduttore “La danza del corpo che cambia”.
Ciascuno di noi ha investito cuore e gioia sullo stesso cammino, quello della creazione....siamo sempre più coscienti dei nostri limiti e impariamo con lo scorrere dei giorni ad unire le nostre forze per dare vita al movimento e alla “danza”.
Grazie a tutti di avermi offerto l’opportunità di scoprire un nuovo mondo, quello dell’handicap. Tante cose sono ancora da esplorare per aiutare questi giovani danzatori a esprimersi con il corpo. Un movimento semplice, preciso e diretto vale di più di qualunque exploit tecnico, l'importante e andare all’essenziale al gesto quotidiano portato in presenza.
Non aspettavano niente da noi, un sorriso bastava a favorire il contatto e la fiducia era immediata...abbiamo tanto da imparare gli uni dagli altri.
Non potevo chiudere queste mie brevi riflessioni senza parlare delle famiglie che vivono nel quotidiano l’handicap e affrontano con coraggio le difficoltà senza indebolirsi. Mi avete dato una nuova motivazione per combattere la differenza.
Si ringrazia per la concessione delle Foto IMAFestival e in particolare il fotografo Franco Covi, fotografo ufficiale della Cie M.A.D.Time
Berangere Andreo